Vi è mai capitato di sentire il brivido che percorre la schiena quando in un percorso immersi nella natura avete trovato un fiore raro mai osservato prima, un albero monumentale inaspettato o la prima orchidea ingannatrice del genere Ophrys nella primavera? O quando avete avuto la buona sorte di sentire ululare un branco di lupi? O il piacere di veder guizzar via un giovane di merlo acquaiolo che ci tranquillizza sul fatto che ancora ce la fa a sopravvivere una minuscola popolazione a valle di una bellissima cascata di fronte al museo e al tempo stesso ci ripropone le domande “ma come è possibile” o “quale sarà la popolazione più vicina e come riescono ad avere scambi con le altre popolazioni” o “cosa possiamo fare noi di concreto per aiutare questa specie a sopravvivere nell’alto Lazio?”.
Queste sono alcune delle emozioni e delle riflessioni che i curatori e gli autori di questo libro hanno condiviso e che ci hanno spinto e spingono a girare questo territorio e a cercar di raccogliere tutte queste informazioni finalizzate a conservarlo nelle sue potenzialità ambientali e a ragionare e confrontarci su buone pratiche gestionali.
Conoscere, quantificare e tutelare la biodiversità è il primo passo ed è considerato attualmente uno degli obiettivi primari di tutta la comunità scientifica e dei governi sensibili alle problematiche ambientali, così come la conservazione del patrimonio naturale è ormai da alcuni decenni divenuta una delle priorità al livello di percezione collettiva.